E come EXPO (A RIYHAD)

"ROMA SCONFITTA ED UMILIATA : FALLIMENTO EXPO E L'INADEGUATEZZA DI GUALTIERI"

"La differenza tra il successo e il fallimento spesso risiede più nella volontà che nella capacità." Questa massima, che risuona con profonda saggezza, ci introduce nell'affascinante narrazione dell'esperienza di Roma nella corsa per ospitare l'Expo. È una storia che, nonostante culmini in un'apparente sconfitta, cela in sé i semi di un successo futuro.

L'Expo è ben più di un semplice evento: rappresenta una straordinaria vetrina mondiale, un catalizzatore di crescita e innovazione. La città che ospita l'Expo non solo guadagna in prestigio, ma si trasforma in un crogiolo di idee, culture e visioni che possono rinnovare il suo tessuto urbano e sociale. Per Roma, la candidatura per l'Expo 2030 era un'ambizione non solo di prestigio, ma di trasformazione.

Ma cosa accade quando queste ambizioni si scontrano con la realtà di una candidatura non riuscita? La storia di Roma ci insegna che in ogni fallimento risiede il seme del successo futuro. Ogni sconfitta porta con sé lezioni preziose, momenti di introspezione e spunti di riflessione che possono guidare verso un percorso di miglioramento e rinascita.

CHE RAPPRESENTA EXPO

L'Expo, conosciuto anche come Esposizione Universale, è un evento globale che risale al 1851. Il suo scopo è promuovere lo scambio culturale e l'innovazione. Ogni edizione, che si svolge ogni cinque anni, ha un tema specifico mirato a riflettere sulle sfide globali contemporanee. La scelta della città ospitante è un momento cruciale che può determinare il successo o il fallimento dell'evento.

L'Expo è organizzato dal Bureau International des Expositions (BIE), che sovrintende la selezione della città ospitante. Le nazioni partecipano attraverso padiglioni che riflettono il tema dell'Expo, offrendo una vetrina per la cultura, l'innovazione e le idee. La partecipazione richiede un impegno significativo in termini di risorse, pianificazione e creatività.

Il processo di selezione è competitivo e complesso. Le città candidate devono presentare un dossier dettagliato che include il tema proposto, il piano di sviluppo urbano e le garanzie finanziarie. Gli stati membri del BIE votano per la città ospitante, basandosi su criteri come originalità, fattibilità e potenziale impatto.

Il BIE è composto da 182 Stati membri (dato aggiornato a aprile 2023).Ogni Stato membro ha il diritto di partecipare all'Expo e di presentare il proprio padiglione nazionale, spazi espositivi progettati per riflettere il tema dell'Expo e mostrare le innovazioni, le tradizioni culturali e le idee uniche di ogni paese

La selezione della città ospitante avviene attraverso un processo di voto formale tra tutti gli Stati membri del BIE, ogni Stato membro ha un voto, indipendentemente dalle sue dimensioni o dal suo potere economico cioe’ il voto delle isole Fiji pesa quanto Cina e Stati Uniti Il processo di voto è segreto e si svolge durante le Assemblee Generali del BIE, per essere scelta, una città candidata deve ricevere la maggioranza assoluta dei voti. Se nessuna città ottiene la maggioranza nel primo turno, si procede con ulteriori turni di votazione, eliminando la città con meno voti in ogni turno, fino a quando una città non ottiene la maggioranza richiesta.

IL PROCESSO DI CANDIDATURA DI ROMA

La storia della candidatura di Roma per l'Expo 2030 è un affascinante esempio di continuità e trasformazione politica. Iniziata sotto l'amministrazione della sindaca Virginia Raggi, la candidatura è stata in seguito ereditata e personalmente gestita dal suo successore, Roberto Gualtieri. Questa transizione ha segnato una svolta significativa nel modo in cui la candidatura è stata portata avanti.

Roberto Gualtieri, con un approccio distintamente più personale e diretto, ha concentrato la candidatura sui diritti umani e la democrazia. Il tema proposto, "Persone e Territori: Rigenerazione, Inclusione e Innovazione", rifletteva un forte messaggio sociale, puntando a delineare una visione di Roma come una città aperta, inclusiva e all'avanguardia nell'innovazione sociale e urbana.

Tuttavia, la candidatura di Roma non è stata solo una questione di politica cittadina. Con il cambio di governo e l'ascesa al potere di un esecutivo di centrodestra, si è verificato un importante sviluppo. La regione e il governo nazionale, rappresentati rispettivamente dal Presidente della regione Lazio Francesco Rocca e il primo ministro Giorgia Meloni, hanno offerto un supporto cruciale. I

L'interazione tra queste diverse forze politiche ha aggiunto una dimensione complessa alla candidatura. Da un lato, c'era la visione progressista e orientata ai diritti umani di Gualtieri, dall'altro il sostegno pragmatico e strategico del governo e della regione. Questa collaborazione tra diverse sfere politiche ha evidenziato come, al di là delle divisioni ideologiche, un obiettivo comune come l'Expo possa unire varie parti in uno sforzo condiviso.

Nonostante il forte impegno e l'ampio supporto, la candidatura di Roma non è stata selezionata. Questo risultato pone interrogativi sulla dinamica tra visione locale e supporto nazionale, oltre che sulle strategie di presentazione e promozione di una candidatura in un contesto globale così competitivo.

PERCHE’ ROMA HA FALLITO

Il fallimento di Roma nella candidatura per l'Expo 2030 può essere in gran parte attribuito all'approccio adottato dal sindaco Roberto Gualtieri. Sebbene la sua strategia fosse animata da un impegno ideologico nei confronti dei diritti umani e della democrazia, questo approccio si è rivelato fallimentare di fronte alle realtà di una competizione globale.

L'Approccio Personale di Gualtieri Gualtieri ha scelto un percorso distintamente ideologico, puntando su temi quali la sostenibilità, i diritti umani e l'inclusione. Tale approccio, seppur lodevole, era distante dal pragmatismo necessario per ottenere il sostegno dei paesi votanti.

Mancanza di Realismo Politico e Strategico Mentre Mohammed bin Salman, principe ereditario dell'Arabia Saudita, lavorava fin dal primo giorno per assicurarsi il supporto di nazioni chiave come la Francia di Emmanuel Macron, Gualtieri si limitava a decantare l'appoggio del sindaco di Parigi, una figura che non ha diritto di voto. Gualtieri ha inoltre investito tempo in incontri con paesi che avevano già manifestato sostegno per altre candidature, come Cuba per l'Arabia Saudita o il Giappone per Busan, dimostrando una mancanza di consapevolezza strategica.

Un Approccio Dilettantistico in un Contesto Globale L'approccio di Gualtieri può essere definito dilettantistico e scollegato dalla realtà di una competizione internazionale di alto livello. Nonostante l'ottimismo manifestato da Gualtieri riguardo alla possibilità di raggiungere il ballottaggio, tale obiettivo è rimasto irrealizzato, evidenziando una discrepanza tra le aspettative e la realtà.

Confronto con le Strategie Vincenti di Busan e Riyadh Busan e Riyadh hanno adottato approcci decisamente più pragmatici e strategici. Busan ha messo in risalto il suo impegno verso la tecnologia e l'innovazione, mentre Riyadh ha proposto un ambizioso piano di sviluppo urbano Queste città hanno dimostrato una comprensione più acuta delle dinamiche politiche e diplomatiche, puntando su un pragmatismo efficace che ha ottenuto il sostegno necessario per la vittoria.

UNA UMILIAZIONE PER ROMA E LA PERSITA DI CREDIBILITA’ INTERNAZIONALE DEL SINDACO

Il risultato del voto per l'Expo 2030 è stato una dura realtà per Roma: soli 17 voti, rispetto ai 29 di Busan e ai decisivi 119 di Riyadh. Questo risultato non solo rappresenta una sconfitta, ma una vera e propria umiliazione per una città con una storia e un prestigio come quelli di Roma. I Romani, il cui orgoglio e la cui dignità sono profondamente radicati nella loro ricca eredità culturale, non meritavano un esito così disastroso.

È facile nascondersi dietro le strategie aggressive e ben finanziate dei sauditi per giustificare il fallimento, ma la realtà è che questa disfatta è frutto del dilettantismo e della mancanza di una strategia efficace da parte dell'amministrazione comunale guidata dal sindaco Roberto Gualtieri. La sua gestione della candidatura ha dimostrato un approccio disconnesso dalla realtà di una competizione internazionale di questa portata, caratterizzato da una mancanza di pragmatismo e da una visione troppo idealistica e poco concreta.

Le critiche, più volte espresse da Fratelli d'Italia sia online che in Campidoglio, sottolineano questa mancanza di realismo e preparazione. Nonostante gli avvertimenti e le preoccupazioni espresse, il sindaco ha scelto di ignorare questi segnali, portando la capitale verso un inevitabile fallimento.

In questo contesto di sfiducia internazionale e di ritardi nelle importanti iniziative in corso, come il Giubileo e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sorge spontanea una domanda: non sarebbe opportuno per il sindaco considerare le dimissioni? Un gesto simile potrebbe non solo rappresentare un atto di responsabilità, ma anche un'opportunità per Roma di ripartire con una nuova guida, più adeguata alle sfide che la città deve affrontare.

La responsabilità di questo fallimento non può essere attribuita soltanto alle circostanze esterne o alle manovre degli avversari. Deve essere riconosciuta come il risultato di un approccio inadeguato e di una gestione non all'altezza delle aspettative e delle potenzialità di una città come Roma. Accettare questa realtà è il primo passo verso il rinnovamento e il progresso che Roma e i suoi cittadini meritano.

PREPARARSI PER LA PROSSIMA OPPORTUNITA’

La candidatura fallita di Roma per l'Expo 2030 offre importanti lezioni per il futuro. Per avere successo in una competizione di tale portata, è essenziale adottare un approccio che sia meno focalizzato sulle ambizioni partitiche personali e più orientato verso un impegno collettivo a livello nazionale.

Approccio Sistema Paese Le future candidature dovrebbero essere guidate da un "approccio sistema paese", che unisce le forze a livello nazionale, regionale e locale. Questo approccio necessita di una visione che trascenda le divisioni partitiche e le ambizioni personali, promuovendo una collaborazione trasversale tra diversi settori e istituzioni.

Svecchiamento e Competenza le candidature future dovrebbero premiare la competenza e l'innovazione piuttosto che gli equilibri politici interni. È fondamentale promuovere figure con esperienza e competenze specifiche in ambito internazionale, in grado di guidare una candidatura con una visione chiara e pragmatica.

Coinvolgimento della Cittadinanza e Sviluppo Urbano Un aspetto cruciale è il maggiore coinvolgimento della cittadinanza nel processo di candidatura. La città deve sentirsi parte del progetto, non solo come spettatrice ma come protagonista attiva. Il comune dovrebbe focalizzarsi non solo sui grandi eventi, ma anche sulla gestione quotidiana, migliorando infrastrutture e servizi essenziali. Il contrasto al degrado urbano e l'investimento in trasporti pubblici efficienti e moderni sono passi essenziali per elevare la qualità della vita urbana e rendere la città più attraente per eventi internazionali.

UNA LEZIONE PER IL FUTURO

In conclusione, il percorso di Roma verso l'Expo 2030, nonostante sia culminato in un insuccesso, fornisce spunti fondamentali per il futuro. L'apprendimento dal fallimento e la capacità di adattarsi e innovare sono qualità cruciali non solo per le candidature future, ma anche per lo sviluppo urbano e culturale a lungo termine. Ospitare eventi globali, rappresenta un'opportunità unica che richiede preparazione, visione e, soprattutto, un forte senso di unità e cooperazione a tut

Valerio Rositani

Imprenditore nel settore degli accessori moda made in Italy integrati con NFT con il marchio Valni e l’app di cucina smarterchef.io basata su intelligenza artificiale

Laureato in Economia Aziendale a Roma3 ed MBA all'università di Pechino ha studiato e lavorato in Italia, Polonia, UK, Svizzera, Stati Uniti e Cina.

Appassionato di design, tecnologia, cucina, politica ed economia in Fratelli d’Italia Roma segue l’ideazione e l’implementazione della strategia digitale.

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